Il monogramma del nome di Gesù ebbe vasta diffusione in tutta la cristianità ad opera del grande predicatore francescano Bernardino da Siena, che percorse per decenni l'Italia centro-settentrionale infiammando le piazze e i cuori. Il testamento del santo, documento di commovente intensità umana, inizia con queste parole:
"In primo luogo vi lascio la cosa più preziosa che io vi possa lasciare, cioè il nome di Gesù del quale sono divotissimo, ch'è nome sopra ogni nome; e questo dolcissimo ed alto nome abbiatelo sempre segnato nelle menti e fronti vostre, affinché sempre vi accompagni in ogni luogo; cosicché quando sorgete dal letto, il segno della santa croce nel nome di Gesù sia principio di ogni vostra intenzione ed opera; quando sedete a mensa cominciate nel nome di Gesù, similmente quando v'alzate da essa o scrivete lettere, la prima parola sia nel nome di Gesù" .
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San Bernardino a Modena nell' anno santo 1423 (per ritornarvi poi anche nel 1429). In quell' occasione, nell' accomiatarsi dai modenesi dopo aver predicato appassionatamente generando conversioni, riconciliazioni, rinnovata affezione alla vita cristiana e due confraternite, lasciò a ricordo del suo passaggio, come era solito fare, delle piccole, originali tavolette fatte dipingere secondo le sue indicazioni (erano i santini di allora). Una, più grande, la lasciò alla confraternita dell'Annunziata. Quella tavoletta è tuttora custodita (ed esposta) nella chiesa di Santa Maria delle Asse in corso Canal grande.
Essa rappresenta proprio il monogramma del nome di Gesù, in una versione molto densa di simboli realizzata secondo il gusto estetico del tempo, l'ultimo gotico.
Al centro di una raggiera di 96 raggi con inserite 12 lingue di fuoco sono inseriti tre caratteri alfabetici formati da nastri svolazzanti con estremità floreali.
I caratteri sono la y (allora usata al posto della i), la h e la s, da lui letti come iniziali delle parole JESUS HOMINUM SALVATOR (= GESÙ SALVATORE DEGLI UOMINI) .
L'asta ascendente della lettera centrale h si trasforma in croce nella quale sono infissi tre chiodi.
Nella cornice quadrilobata si legge la frase: IN NOMINE JESU OMNE GENUFLECTATUR
CCELESTIUM TERRESTRIUM ET INFERNORUM (=NEL NOME DI GESÙ OGNI GINOCCHIO SI PIEGHI NEI CIELI, SULLA TERRA E SOTTO TERRA), tratta dalla lettera di san Paolo ai Filippesi.
Il tutto in colore oro (simbolo della gloria, della divinità) su fondo blu (il colore del cielo).
Al centro di una raggiera di 96 raggi con inserite 12 lingue di fuoco sono inseriti tre caratteri alfabetici formati da nastri svolazzanti con estremità floreali.
I caratteri sono la y (allora usata al posto della i), la h e la s, da lui letti come iniziali delle parole JESUS HOMINUM SALVATOR (= GESÙ SALVATORE DEGLI UOMINI) .
L'asta ascendente della lettera centrale h si trasforma in croce nella quale sono infissi tre chiodi.
Nella cornice quadrilobata si legge la frase: IN NOMINE JESU OMNE GENUFLECTATUR
CCELESTIUM TERRESTRIUM ET INFERNORUM (=NEL NOME DI GESÙ OGNI GINOCCHIO SI PIEGHI NEI CIELI, SULLA TERRA E SOTTO TERRA), tratta dalla lettera di san Paolo ai Filippesi.
Il tutto in colore oro (simbolo della gloria, della divinità) su fondo blu (il colore del cielo).
Quei tre caratteri, ereditati da un' antica abbreviazione greca del nome di Gesù (data dalle sue prime tre lettere ΙΗΣΟΥΣ) cioè I H S, costituirebbero propriamente un trigramma, ma il loro strettissimo intreccio grafico e semantico ha fatto sì che si parlasse di monogramma.
Il disegno di quella tavoletta funse da prototipo, e cominciò da allora ad essere riprodotto in formelle di piccole dimensioni per essere murato al!' esterno delle case, sopra i portoni o di fianco ad essi, con evidente triplice significato: di primordiale richiesta di protezione, di confessione di fede e appartenenza cristiana, di benedizione e richiamo a chi entra e a chi transita.
Il disegno di quella tavoletta funse da prototipo, e cominciò da allora ad essere riprodotto in formelle di piccole dimensioni per essere murato al!' esterno delle case, sopra i portoni o di fianco ad essi, con evidente triplice significato: di primordiale richiesta di protezione, di confessione di fede e appartenenza cristiana, di benedizione e richiamo a chi entra e a chi transita.
Per comprendere l'importanza del nome, si consideri che nella cultura del tempo, tutta improntata dallo avvenimento cristiano, erede a sua volta della sacralità della storia veterotestamentaria, il nome non era un semplice dato anagrafico della persona ma molto di più, arrivando a significare, ad esprimere, ad evocare qualcosa dell'essenza stessa della persona che lo porta (ancora oggi i cristiani si riuniscono abitualmente nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo).
Dopo un secolo cadono in disuso i caratteri gotici ma non il richiamo al nome e perciò alla presenza di Gesù. Con la riscoperta del classico carattere lapidario romano (che è solo maiuscolo) il monogramma viene ridisegnato: la croce, resa indipendente, si appoggia all'asse orizzontale della H, mentre i chiodi si staccano da essa per ritrovarsi in basso raggruppati come un marzetto.
In pieno cinquecento compare un altro grande uomo, Ignazio di Loyola, con la sua Compagnia di Gesù. Il simbolo del nome di Gesù viene assunto come emblema, e le tre lettere sono rilette come iniziali delle parole JESUM HABEMUS SOCIUM (=ABBIAMO GESU COME COMPAGNO). La raggiera bernardiniana viene mantenuta, come simbolo dell'irradiazione in tutte le direzioni di quella luce che è Cristo. Le lingue di fuoco inserite in essa richiamano quella frase di Gesù: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e quanto desidero che si accenda!".
Dopo un secolo cadono in disuso i caratteri gotici ma non il richiamo al nome e perciò alla presenza di Gesù. Con la riscoperta del classico carattere lapidario romano (che è solo maiuscolo) il monogramma viene ridisegnato: la croce, resa indipendente, si appoggia all'asse orizzontale della H, mentre i chiodi si staccano da essa per ritrovarsi in basso raggruppati come un marzetto.
In pieno cinquecento compare un altro grande uomo, Ignazio di Loyola, con la sua Compagnia di Gesù. Il simbolo del nome di Gesù viene assunto come emblema, e le tre lettere sono rilette come iniziali delle parole JESUM HABEMUS SOCIUM (=ABBIAMO GESU COME COMPAGNO). La raggiera bernardiniana viene mantenuta, come simbolo dell'irradiazione in tutte le direzioni di quella luce che è Cristo. Le lingue di fuoco inserite in essa richiamano quella frase di Gesù: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e quanto desidero che si accenda!".
In tutti i casi (simbolo IHS di tipologia bernardiniana, romana, gesuitica) si tratta sempre di un monogramma cristologico che parla di Cristo.
Parla e precisamente annuncia questo:
Parla e precisamente annuncia questo:
- Gesù è il salvatore di tutti gli uomini
- Questa salvezza è stata attuata mediante la Sua morte in croce e la Sua risurrezione
- La fede e l'invocazione degli abitanti di questa casa la rende presente nell'anno tale (dove il millesimo della data è esso stesso, tuttora ed in buona parte del mondo, riferimento cronologico alla nascita di Gesù Cristo).